Cosa aspettarsi dalla terapia?

Gli interventi vengono proposti all'interno della cornice costruttivista, secondo cui ogni Persona da senso e risponde agli eventi che vive, a partire dal proprio punto di vista frutto delle proprie esperienze, all'interno di un processo fluido e dinamico. 

Il lavoro col terapeuta si inserisce nel momento in cui questo processo si inceppa, causando sofferenza all'individuo e mira a sbloccare la Persona, individuando nuove opportunità coerenti con valori, pensieri, motivazioni, obiettivi e scopi della stessa.

Non esiste in questa ottica una realtà oggettivamente più funzionale di altre verso cui il terapeuta indirizza la Persona, ma sarà proprio l'individuo a scegliere la direzione del proprio percorso all'interno di un lavoro di squadra

Lo scopo dello psicoterapeuta non è di produrre uno stato mentale ma di produrre una mobilità mentale che permetta di seguire un percorso nel futuro." (George Kelly)

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La PhotoTherapy

"La fotografia non mostra la realtà, ma l’idea che se ne ha" (Neil Leifer).
Proprio per questo motivo da terapeuta costruttivista integro l'utilizzo della fotografia inserendola come strumento nel processo di conoscenza e scoperta della Persona.
La fotografia può aiutare, infatti, la Persona ad esprimere stati d'animo e ricordi, vividi in quel preciso momento di vita, ma difficilmente traducibili in parole, permettendo al terapeuta di avvicinarsi il più possibile a comprendere il punto di vista di ciascuno nella propria unicità.

L'utilizzo delle foto in seduta si rivela, inoltre, molto efficace durante tutta il percorso in quanto stimola la capacità di ampliare la propria visuale, aiutando a mettere a fuoco nuovi punti di vista da cui considerare le situazioni.

La fotografia in seduta, infine, può essere utilizzata in molti modi differenti, dalla scelta tra foto proposte dal terapeuta alla condivisone di scatti fatti dalla Persona, questo lo rende uno strumento altamente versatile, secondo le inclinazioni di ciascun individuo.


Elaborazione dei traumi


Ciascuno di noi affronta dei "traumi" in quanto possiamo considerare trauma qualsiasi evento che crea una frattura nella vita della persona.

Può trattarsi di una diagnosi, della rottura di una relazione significativa, di un lutto di un proprio caro o del proprio animale, della perdita del lavoro della propria vita, o di un evento che abbia messo a repentaglio la propria vita o sicurezza o quella di persone a noi vicine come un incidente stradale, un'aggressione, un terremoto, un incendio, un'

alluvione, ecc. Ma in realtà possiamo considerare traumi anche la somma di ripetuti piccoli eventi stressanti o ancora la ripetuta esperienza durante l'infanzia di relazioni maltrattanti o trascuranti in famiglia.

Elaborare questi eventi richiede un tempo fisiologico, per riordinare gli eventi e trovare loro un significato nella propria esistenza, alcuni di noi affrontano e superano questi eventi in autonomia, altri si ritrovano dopo molto tempo a soffrire di cambiamenti dell'umore o nel modo di pensare, a essere molto reattivi (es. irritabilità e fatica a riposare), a evitare le situazioni o le persone o i luoghi collegati a quell'evento, a ripensare incessantemente o sognare l'evento, a volte invece a non riuscire a recuperare ciò che è avvenuto nella propria memoria.

Perchè succede?

Perchè in condizione che la nostra mentre valuta come pericolose, il nostro cervello entra in una modalità di "allarme" che lo porta a elaborare le informazioni in una maniera singolare, ovvero frammentata. Questo fa sì che il ricordo non venga archiviato correttamente ma possa riattivarsi di frequente con tutto il suo carico di sofferenza, che ad ogni riattivazione si rinforza.


In queste situazioni la terapia può essere d'aiuto, in quanto all'interno di un contesto di fiducia e sicurezza il paziente viene guidato a recuperare il proprio ricordo in tutte le sue componendi; questo lavoro permette dunque di ricompattare la memoria traumatica e d archiviarla correttamente riducendo la sofferenza associata. 


La Salute Psicologica della Donna

"Essere donna... è... una sfida che non annoia mai" O. Fallaci
Non si tratta certo di femminismo se le evidenze scientifiche dimostrano con forza crescente l'esistenza di fattori di rischio e patologie differenti nei due sessi (medicina di genere).
Partendo da questi presupposti risulta abbastanza semplice constatare che anche le sfide psicologiche presentano peculiarità specifiche per genere.     Basti pensare alla gravidanza, al post-partum, alla menopausa, all'accudimento dei propri cari malati con conseguente stress da eccessivo carico assistenziale.
Se poi passiamo alle condizioni di disagio psicologico conclamato non sorprende che ansia, depressione, dolore cronico, disturbi alimentari, demenze, ecc. risultino più comuni nelle Donne.
Ecco perché come Professionista ritengo cruciale sensibilizzare le Donne a prendersi cura di sé, considerando le specificità legate al proprio genere;      non per viverlo come una condanna senza possibilità di appello, 
ma per investire consapevolmente su percorsi mirati a promuovere la propria Salute, coltivando risorse e buone abitudini efficaci nel ridurre le fragilità.



Dott.ssa Elisa Frizzarin

Albo degli Psicologi della Regione Veneto Iscrizione N° 7681

P.IVA 04624930287

 

Disturbi cognitivi

Cosa si intende?
Quando preoccuparsi?
A chi rivolgersi?
Cosa aspettarsi dalla valutazione neuropsicologica?
E poi?


Benessere Psicologico

Cosa si intende?
Come funziona?
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Cosa succede?
Lo stress ha conseguenze?
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La Demenza è Donna?

Cosa si intende per demenza?
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Come fare?


Intervento Neuropsicologico

Cos'è?
Tipi di intervento
Nel concreto cosa si fa?
E poi?
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